Introduzione

Sul finire del XII secolo prese piede a Lucca un diffuso sentimento anti-imperiale.
A differenza di Pisa, cui erano concessi particolari privilegi e per questo fu capofila del partito ghibellino, l'imperatore riconosceva agli altri comuni toscani l'autorità solo sul territorio della propria città mentre sulle campagne garantiva il potere dei feudatari.
Questo portò a considerare l'Impero come un freno all'espansione dei comuni.

In tale contesto, l'11 novembre 1197 con gli accordi di San Genesio nacque la prima Lega Guelfa che vide Lucca e Firenze unirsi contro Pisa e Pistoia, le città ghibelline fedeli all'imperatore.
La politica lucchese, tradizionalmente guelfa, non seguiva una logica di sostegno alla causa del Papa rispetto a quella dell'Imperatore bensì era pragmaticamente indirizzata a perseguire le migliori opportunità di sviluppo e di salvaguardia della propria indipendenza.

Dopo la sconfitta di Montaperti del 1260, la coalizione guelfa di Toscana tornò da affermarsi in regione in seguito alla vittoria di Carlo d'Angiò a Benevento nel 1266.
Al termine del XIII secolo, consolidate ormai le posizioni guelfe, avvenne la scissione tra Neri e Bianchi.
Lo scontro tra le due fazioni vide i secondi soccombere costringendo così gli sconfitti a lasciare le loro città, come nel caso di Dante a Firenze e degli Antelminelli a Lucca.

Castruccio Castracani

La vittoria in Toscana dei guelfi neri portò all'esilio delle famiglie aderenti alla fazione rivale.
A Lucca fra coloro che furono costretti a lasciare la città ci furono gli Antelminelli e tra questi Castruccio Castracani.
Nato nel 1281, Castruccio è stato grande uomo d'armi e abile politico, la figura più importante nell'Italia della prima metà del '300.

Castracani durante il suo esilio per l’Italia e l’Europa apprese l’arte della guerra e nel 1314 rientrò in patria con la presa del potere di Uguccione insieme ad altri esuli lucchesi provenienti da Pisa.
Cacciato Uguccione nel 1316, Castruccio nel giro di pochi anni divenne il signore incontrastato della città, venendo definitivamente nominato a vita Capitano Generale nel 1320. Uomo di fiducia in Italia dell'imperatore Ludovico il Bavaro e principale condottiero ghibellino, con lui iniziò la massima espansione dei possedimenti lucchesi che porterà alla guerra contro la guelfa Firenze per la supremazia sull'intera Toscana.

Il culmine dello scontro ci fu il 23 settembre 1325, giorno in cui Castruccio e l'esercito lucchese inflissero ai fiorentini una sconfitta pesantissima nella battaglia di Altopascio.
Nel 1328, durante l'ennesima offensiva contro Firenze, arrivato in Valdinievole Castruccio si ammalò gravemente, forse di malaria, trovando la morte il 3 settembre.
Nonostante la scomunica ricevuta precedentemente, venne sepolto con tutti i sacramenti nella chiesa di San Francesco.

Con la vita di Castruccio Lucca ha conosciuto il suo momento di maggiore gloria, estendendo il proprio dominio da Pisa alla Lunigiana, dalla Versilia a Pistoia, dalla Garfagnana al Valdarno.
Con la sua morte Lucca conoscerà il periodo più buio di tutta la sua storia.

Il giogo straniero e la Libertà

Alla morte di Castruccio Castracani nel 1328 l'imperatore Ludovico il Bavaro pose Lucca sotto la sua diretta autorità e l’anno successivo le milizie tedesche imperiali occuparono la città rivendendola al genovese Gherardino della Spinola.
Da questo momento Lucca divenne merce di scambio passando da varie dominazioni straniere per finire nel 1342 sotto il giogo di Pisa.

L'occupazione pisana di Lucca ebbe risvolti drammatici.
La città, governata direttamente dal collegio degli Anziani di Pisa e vessata di tasse, subì un considerevole fenomeno di emigrazione.
I lucchesi rimasti dovettero vedere le proprie terre devastate dalla nuova guerra dei pisani contro Firenze e furono costretti a combattere e morire tra le fila degli occupanti.

In questo contesto di disperazione le famiglie facoltose rimaste in città e le colonie di mercanti lucchesi all'estero iniziarono varie trattative con l'imperatore Carlo IV di Boemia che, dietro il pagamento di un ingente somma, l'8 aprile 1369 ristabilì ufficialmente l'autonomia della città liberandola dalla tirannide pisana.
Dall'anno successivo fino ai giorni nostri, ogni domenica dopo Pasqua, a Lucca verrà celebrata la Festa della Libertà e la parola "Libertas" diventerà un segno distintivo della città.

 

Introduction

Toward the end of the 12th century, a growing anti-imperial sentiment took hold in Lucca.
Unlike Pisa, which enjoyed special privileges and thus led the Ghibelline faction in support of the emperor, other Tuscan communes were granted authority only over their urban centers, while imperial power in the countryside was left to feudal lords.
This imbalance led many to view the Empire as an obstacle to communal expansion.

It was in this context that, on November 11, 1197, the Pact of San Genesio was signed, marking the formation of the first Guelph League. Lucca and Florence joined forces against the Ghibelline-aligned Pisa and Pistoia, both loyal to the emperor.
Lucca’s traditionally Guelph alignment was not driven by ideological allegiance to the Pope over the Emperor, but rather by a pragmatic desire to secure the best path toward growth and the preservation of its independence.

After the Guelph defeat at the Battle of Montaperti in 1260, the coalition regained strength following Charles of Anjou’s victory at Benevento in 1266. By the end of the 13th century, with the Guelph position solidified in the region, internal divisions emerged between the Black and White Guelphs. The Black Guelphs supported stronger papal influence, while the Bianchi Guelphs sought greater autonomy for Florence from papal authority. The ensuing conflict saw the White faction defeated and forced into exile, including figures such as Dante from Florence and the Antelminelli family from Lucca.

Castruccio Castracani

The rise of the Black Guelphs in Tuscany led to the exile of families aligned with the opposing faction.
In Lucca, among those forced to leave the city were the Antelminelli — including Castruccio Castracani.
Born in 1281, Castruccio would become a brilliant military leader and skilled statesman, widely regarded as the most significant Italian figure of the early 14th century.

During his exile across Italy and Europe, Castruccio mastered the art of war. In 1314, he returned to Lucca alongside other exiles from Pisa, as Uguccione della Faggiuola seized control of the city.
After expelling Uguccione in 1316, Castruccio within a few years became the undisputed ruler of the city, and was named Captain General for life in 1320.

As a trusted ally of Emperor Ludwig the Bavarian and the leading Ghibelline commander in Italy, Castruccio ushered in Lucca’s greatest territorial expansion, culminating in war with Guelph-controlled Florence for dominance over all of Tuscany.

The height of this conflict came on September 23, 1325, when Castruccio’s army delivered a crushing defeat to the Florentines at the Battle of Altopascio.
In 1328, during yet another campaign against Florence, Castruccio fell seriously ill — likely from malaria — while in the Valdinievole region. He died on September 3.
Despite his earlier excommunication, he received a full Christian burial at San Francesco.

Under Castruccio’s leadership, Lucca experienced its greatest era of glory, extending its dominion from Pisa to the Lunigiana, from Versilia to Pistoia, from the Garfagnana to the Valdarno.
With his death, however, the city entered the darkest chapter in its history.

The Foreign Yoke and the Restoration of Liberty

Upon the death of Castruccio Castracani in 1328, Emperor Louis the Bavarian placed Lucca under his direct control.
The following year, imperial German troops occupied the city and sold it to the Genoese nobleman Gherardino della Spinola.
From that point on, Lucca became little more than a bargaining chip, passing through a series of foreign rulers until 1342, when it fell under the yoke of Pisa.

The Pisan occupation of Lucca had devastating consequences.
Governed directly by Pisa’s Council of Elders and burdened with heavy taxes, Lucca experienced a mass emigration.
Those who remained saw their lands ravaged by Pisa’s renewed war against Florence and were forced to fight and die under the banners of their occupiers.

Amid this climate of despair, wealthy Lucca families who had remained in the city, along with merchant communities abroad, began negotiating with Emperor Charles IV of Bohemia.
In exchange for a substantial payment, the emperor officially restored Lucca’s autonomy on April 8, 1369, freeing the city from Pisan tyranny.
From the following year to the present day, Lucca has celebrated “La Festa della Libertà” – Freedom Day – every Sunday after Easter, and the word “Libertas” has remained one of the city's most enduring motto.